Nell’area occupata oggi dal Duomo, di fronte lo spazio occupato dall’antico porticato, in una posizione non più individuabile, si ergeva un edificio pubblico.
Venne tradizionalmente chiamato la “casa di Stenio”, almeno dall’inizio del XVI secolo, e di certo le rovine dovettero essere imponenti se si ritenne identificarvi la casa del più importante cittadino termitano. Di questa costruzione non resta nulla, se non un frammento di cornice che già Houel vide murato sul lato destro della terrazza del Duomo e che fu rinvenuto, probabilmente, durante i lavori per la costruzione della Chiesa Madre conclusi nel 1601.
La cornice è con mensole a doppia voluta, ed è utile a comprendere la ricchezza decorativa ed architettonica del monumento, nonché la sua datazione all’età giulio-claudia. L’uso pubblico dell’edificio è testimoniato dal rinvenimento, al suo interno, di un ritratto di Drusilla (sorella dell’imperatore Caligola), di una statua di togato e di un frammento di una terza statua trovata nei pressi dell’edificio.
L’insieme dei pochi elementi a disposizione, decorativi, architettonici e statuari, rende possibile l’ipotesi che si trattasse di una basilica forense, adibita forse, anche al culto imperiale, cosa che venne diffusa in Sicilia fin dall’età augustea.
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