In tutta l’area di contrada Giancaniglia sono stati fatti diversi saggi archeologici con ritrovamenti di tombe e strutture murarie.
Nel 1902, durante gli sterri per la sistemazione del nuovo cimitero di Termini Imerese, vennero individuati muri in opus reticolatum pertinenti a tombe romane e sepolcri costruiti con lastroni di calcare. In uno di questi fu rinvenuto un vaso di vetro che venne portato al Museo Civico. In indagini successive vennero scoperte alcune tombe alla cappuccina che si datano alla prima età imperiale.
Nell’area dell’ex Mattatoio, oggi Museo del Motorismo Siciliano e della Targa Florio, ai piedi del poggio di Giancaniglia, a causa di uno sbancamento, vennero alla luce tre tombe a fossa rivestite da lastre e pietre cementate con malta e coperte da grandi lastre. La mancanza di corredo all’interno non consentirono di datare all’età antica le tre tombe.
Nel 1985, durante la costruzione di un palazzo, venne distrutto un gruppo di numerose sepolture. Osservando le pareti dello sbancamento, ci si rese conto che le tombe distrutte erano del tipo a cappuccina e in muratura. I pochi resti superstiti consentono di datare questa porzione di necropoli tra l’età tardo-ellenistica e la prima età imperiale.
In un’area prossima al piazzale-parcheggio di fronte via Siracusa, dove vennero scoperte e distrutte le tombe nel 1985 di cui sopra, si intervenne con una campagna di scavo archeologico nel 1989, quando venne richiesta una licenza edilizia.
Vennero scoperte più di venti tombe, tutte con muratura in pietrame cementato da malta, rivestite da intonaco e coperte da grandi lastre di calcare, tranne due con deposizioni sulla nuda terra. Alcune di queste tombe e una delle deposizioni si trovavano all’interno di un recinto funerario di m 7 x 7 circondato da un muro.
Altre strutture sono venute alla luce grazie al progetto dell’ampliamento del Cimitero nuovo e agli scavi preventivi eseguiti che hanno portato alla luce altre tombe, muri, frammenti di ceramica e le fondamenta di una struttura di 4,70 x 3,60 m divisa in più ambienti. Anche due vasche in cemento per la raccolta dell’acqua sembrerebbero costruite utilizzando i resti di un rudere simile al noto Sepolcro sotterraneo che è nelle vicinanze.
Tutte queste aree di scavi risultano non sempre accessibili.
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