La via San Giuseppe collega la città bassa con la collina di Santa Lucia, congiungendosi con il Corso Umberto e Margherita, non lontano dall’area dove nel ‘700 vennero individuati resti monumentali attribuiti ad un tempio di Ercole.
Nel 1991 vennero effettuati due saggi di scavo a distanza di 15 metri l’uno dall’altro, ubicati nel tratto inferiore della via, quindi ai piedi della collina di Santa Lucia.
Il saggio 1 (m 7 x 1,70) fu quello più vicino all’incrocio con il Corso Umberto e Margherita, vi erano due muri, ma l’indagine archeologica si limitò all’area di un solo muro, poiché una moderna condotta fognaria attigua all’altro muro aveva sezionato gli strati archeologici per una profondità quasi certamente maggiore del muro stesso.
Scavati i due strati ai lati del muro, furono recuperati molti tegoli e altri frammenti ceramici databili tra l’età ellenistica e la piena età imperiale. Sotto lo strato di frammenti fu messo in luce un battuto molto compatto, di colore marrone rossastro e composto da malta bianca mista a frammenti ceramici polverizzati. Questo strato compatto sigillava gli strati che si riferiscono all’impianto del muro, ne riempiono la trincea di fondazione e sono databili al I secolo a.C. .
Il muro, largo 50 cm circa, è fatto in opera cementizia con pietre e spezzoni di calcare e nel nucleo cementizio anche ciottoli di fiume e frammenti di tegoli; la struttura poggia sul terreno naturale. Nel saggio 1 fu rintracciato quello che venne ritenuto un “intruso”: un frammento di anfora di età tardo-romana, proveniente dal taglio di uno strato superiore intaccato dalla trincea di scavo meccanico.
Nel saggio 2 (m 3,20 x 2,50) la posizione del muro, rispetto alla trincea di scavo, ha limitato l’area di indagine del fianco sud rispetto all’altro fianco.
Sotto lo strato di formazione moderna è stato messo in luce il muro, identico ai muri del saggio 1, ma largo 1 m. In uno dei fianchi sono stati recuperati residui fittili moderni sulla parte superficiale, e resti abbondanti di ciottoli, pezzi di calcare, frammenti fittili tra cui tegoli, ceramiche comuni e fini di produzione locale e italica, e di produzione africana. Sull’altro fianco, i recuperi, erano simili, per composizione e per tipologia delle ceramiche allo strato più profondo dell’altro fianco.
L’insieme dei dati rilevati pone la costruzione del muro alla fine del I secolo d.C. .
Nel 2008 un nuovo scavo archeologico, nella stessa zona, ma più ampio del precedente, ha proposto elementi cronologicamente nuovi, il frammento riconosciuto come “intruso” finì per non esserlo più; lo scavo provò che anche in età tardo-antica l’area della città bassa fu interessata da opere edilizie come altre zone della città (come l’opera di consolidamento nell’ambulacro esterno dell’Anfiteatro), provando la piena vitalità di Thermae anche nel IV e V secolo.
La zona dei saggi archeologici è oggi interrata ed asfaltata.
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