Durante i lavori di restauro del 2014 nella Chiesa di Santa Maria della Misericordia, la Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo ha realizzato dei saggi archeologici, vista anche la posizione della chiesa a pochi metri dall’area dell’antica agorà ellenistica e al foro romano.
L‟indagine archeologica all’interno della chiesa, la cui costruzione si concluse nel 1420, ha consentito di mettere in luce una lastra funeraria, databile al XVI secolo, che reca un’interessante immagine di pesca e di lavorazione del tonno.
La lastra funeraria è stata rinvenuta nei pressi dell’abside, nell’angolo sud-est della navata della chiesa; misura cm 93 x 77 ed è spessa cm 13. Non era nel suo luogo originale, in quanto fu indubbiamente rimossa dalla sua posizione originaria e riutilizzata, capovolta, come chiusura di una delle cripte che si sono rinvenute all’interno della struttura.Le incisioni all’interno sono perfettamente leggibili. In alto due grandi barriere di reti che corrono quasi parallele, dentro si trova un complesso sistema, perpendicolare alle reti che delimita le camere della tonnara. Le reti sono sostenute da elementi semilunati, all’esterno dell’insieme di reti si intravedono alcune barche alle quali sono congiunte le reti. Sulle barche ci sono delle figure umane, realizzate in maniera schematica. Poco più in basso, al centro della lastra, una barca più grande con un personaggio che sembra indossare un cappello e nella mano sinistra impugna un gancio. L’imbarcazione è trainata da un’altra barca con tre uomini a bordo che remano. Un’altra barca con vela è incisa poco più a sinistra.
Nella parte inferiore della lastra sono illustrate la varie fasi della lavorazione del tonno. Da destra, tre uomini con lame che aprono e puliscono il tonno pescato e portato sulla terraferma; più a destra la scolatura con i pesci appesi a testa in giù e preparati per la conservazione nei locali della tonnara. Dopo essere stato tagliato, il tonno era poi salato, quindi sistemato nei barili per essere così conservato al termine della sua lavorazione. Sul lato destro, oltre la scena dei tonni appesi, un’altra figura umana porta con se un contenitore, probabilmente utile alla conservazione delle parti di tonno salato.
Un’ultima figura, in basso a destra, che tiene d’occhio le operazioni di pesca e di lavorazione, è posto in una posizione di rilievo, all’interno di un edificio fortificato, su un fabbricato con cupole, guglie, finestre, merli e portale ben caratterizzati.
In basso un‟iscrizione in latino:
VITVS SALAMON RAISIS SIBI PHILIPPO ET IVLIAͶO FILIIS
EORVM TANTVM FILIIS HOC SEPVLCHRVM STRVI
IVSSIT OBIIT SEPTIMO IDVS GVͶII MDLXXII
Vito Salamon rais per se stesso e per i figli Filippo e Giuliano e soltanto per i loro figli ordinò che fosse costruito questo sepolcro morì il 7 giugno del 1572.
Questa lapide documenta senz’altro un’attività che in Sicilia è presente già a partire dall’età del Bronzo ed è utile alla ricostruzione di un’attività marinara che ha costituito fonte primaria di ricchezza commerciale per la Sicilia fino a qualche decennio fa del secolo scorso.
La chiesa di Santa Maria della Misericordia rientra nel circuito del Museo Civico, e la lastra è stata musealizzata al suo interno. E’ stata collocata su un supporto illuminato che ne consente di cogliere tutti i dettagli, proprio vicino al luogo del rinvenimento.
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