In questa piazza, e nelle sue adiacenze, è localizzata la parte più densa e meglio conosciuta della Necropoli Occidentale di Thermae Himeraeae. Esplorata fin dal 1835, fu proprio in quell’anno che, durante i lavori per la costruzione della strada che avrebbe connesso la città con la vicina Caccamo, vennero alla luce 11 o 12 tombe.
Una campagna di scavi venne compiuta nel 1866 in seguito al rinvenimento di alcune sepolture durante i lavori della strada Termini-Caccamo.
Altre sepolture vennero fuori negli anni successivi regolarmente all’andamento di costruzioni delle case lungo la via per Caccamo e nella piazza, dove si recuperavano anforette, lucerne, lacrimatoi di vetro, ma anche frammenti epigrafici su lastre di marmo.
Un’altra campagna di scavi venne realizzata nel 1914 in seguito al ritrovamento di tombe con iscrizioni funerarie (primo tratto della via Cavallacci).
L’ultimo ritrovamento risale al marzo 2015, in piazza S.Antonio, all’altezza del civico 18, quando durante lo scavo per i lavori di riparazione di un guasto alla linea elettrica, Enel Distribuzione comunicò che i suoi addetti avevano riportato alla luce resti ossei. L’indagine archeologica riuscì ad esplorare due inumazioni; nella seconda, in particolare, il defunto era deposto all’interno di un sarcofago plumbeo chiuso ai quattro angoli da grossi chiodi di ferro.
Si può desumere che in tutta quest’area fossero presenti diverse tipologie tombali e di diversi riti funerari. E’ documentata l’inumazione, ma anche l’incinerazione, attestata da piccole aree ad ustrinum (per la cremazione dei corpi) e da urne cinerarie, sia in terracotta quanto in piombo. La presenza di unguentari fittili e vitrei, di una lucerna con bollo ΠΡΟ/ΑΓΥ, di ceramica aretina con i bolli di Anthus P. Corneli e Diogenes Rasini e di una moneta giulio-claudia permette di datare tutta questa porzione di necropoli tra la fine del I sec. a.C. e la prima metà del II sec. d.C. .
Tutte le aree di scavo sono state interrate o edificate.
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