Nel 1996, in occasione del programma di restauro della chiesa, è stata realizzata una campagna di scavo archeologico sia nell’estensione interna dell’edifico, quanto all’esterno con una stretta trincea parallela alla fronte.
Dello scavo, decisamente articolato, si evidenzia il prospetto di un muro, a metà circa del muro perimetrale sud della chiesa e lungo circa 6,30 m, che è inglobato nella struttura dell’edificio della chiesa, ma che se ne distingue per tecnica edilizia. All’estremità est il muro volge verso sud, facendo ipotizzare che si tratti di una veduta esterna di un ambiente absidato che oggi si troverebbe sotto l’abitazione privata che confina in quel punto alla Chiesa (Immagine: 1)
La fondazione (in opera cementizia) di questo muro si collega ad un’altra struttura simile, al di là della cripta al centro del presbiterio, su cui si erge un muro e che fanno parte evidentemente di un unico complesso del quale riconosciamo il muro N-S lungo circa 8,50 m sul quale si apre l’ambiente absidato profondo 6,30 m (Img: 1 e 2). I reperti trovati indicano un termine post quem alla metà del I secolo d.C. .
Sempre lo stesso muro dell’ambiente absidato, occlude un muretto a doppio paramento largo 40 cm che si conserva in elevato per un solo filare e la cui estremità settentrionale è arrotondato a semicolonna che indica la delimitazione di un ingresso (Img: 3).
Questo breve muro si imposta a sua volta su una struttura a secco che continua anche oltre le cripte e che quindi si sviluppa in maniera parallela al muro più lungo del complesso absidato (Img: 4)
Un’altra struttura a secco che si è conservata solo nella fondazione, orientata pure N-S, ma divergente dal muro precedente, si trova poco più a est (Img: 5). La ceramica ritrovata e associata a questi ultimi due muri rivela che i due edifici a cui appartenevano dovevano essere stati costruiti a breve distanza di tempo per ragioni ignote. La datazione è la metà del II secolo a.C. .
Ancora qualche metro ad est è stata rinvenuta una canaletta (Img: 6) in leggera pendenza da sud a nord e conservata in due parti. Si data, per il materiale ritrovato sullo strato su cui poggia, successivamente al I secolo d.C. .
Sempre più a est il muro a doppio paramento, di fattura molto grossolana e la cui costruzione è collegata a quella della chiesa (Img: 7). Tra questo muro e l’ingresso della chiesa, una piccola canaletta (Img: C) che scarica da sud e da nord sul canale A. Questo canale, insieme al canale B convergono verso un unico collettore ed è ragionevole pensare che appartenessero ad un quarto edificio databile alla metà del II secolo a.C. .
Un’ultima considerazione riguarda l’esistenza residuale di ritrovamenti databili al V secolo a.C. in strati del periodo ellenistico, che rappresentano una dimostrazione archeologica che la fondazione della città è avvenuta proprio alla fine del V secolo a.C., poco dopo la distruzione di Himera, come da fonti storiche.
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